Anna Uncini ha saputo coniugare in una visione “nuova” tecniche antiche, legate da sempre al mondo femminile, con la materia di base della carta, la cellulosa, trattata artigianalmente e in modo non convenzionale. La sua opera non è soltanto inconsueta sul piano estetico, ma ha un forte potenziale evocativo ed una profonda implicazione di natura concettuale.
La grande luna di carta che rappresenta i sogni e i racconti privi di parole, sottolinea le pause, i silenzi ed i ricordi. L’ago ed il filo, di canapa o di lino, assumono la centralità anche in questa sua opera materica che, segnata dal tempo, vede strappi e fessurazioni medicate da rammendi e rattoppi capaci di garantire l’unitarietà nella convivenza di tensioni le cui tracce restano evidenti a testimonianza.